Spinacorona Concerto 19giugno2023 

 

 

 

Amadé e Federico

Mozart torna a Napoli per gli otto secoli della Federico II

 

Napoli, 19 giugno 2023, ore 20:00
Cortile delle Statue, Via Paladino 39

 

 

ALBAN BERG ENSEMBLE WIEN
Silvia Careddu flauto
Régis Bringolf violino
Su Bin Lee viola
Florian Berner violoncello

MICHELE CAMPANELLA pianoforte

 


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Una serata all’insegna della grande musica da camera che il Festival Spinacorona, ideato e diretto dal 2017 da Michele Campanella, e il suo produttore Gianluigi Osteri, manager di Gabbianella Club, vogliono dedicare all’imminente celebrazione degli otto secoli di Storia dell’Università Federico II di Napoli. Una collaborazione preziosa che si rinnova e rafforza portando idealmente il Genio salisburghese, che tanto l’aveva amata da quattordicenne, in uno degli spazi più suggestivi del “cuore” di Napoli tra Musei, Biblioteche e luoghi del sapere.


Se qualcuno vi invita a passare un’oretta abbondante ascoltando Mozart sappiate che vi vuol bene: la compagnia di Amadé, come lui stesso si firmava ironicamente sfrondando l’ampollosità del Theophilus impostogli come quarto nome, è di quelle al tempo stesso coinvolgenti e consolatorie, capace di abbracci confortanti, di prestarvi la spalla per commuovervi senza trattenere le lacrime, di sollecitarvi la fantasia per sognare ad occhi aperti o addirittura farvi crepare dal ridere (perlopiù di noi stessi, accorgendoci di quanto siamo fragili).
Negli otto anni tra il 1777 e il 1785 nei quali compone i tre brani che state per ascoltare – prima il Quartetto col flauto, due anni dopo la Sonata e infine il Quartetto con pianoforte – diventa già chiaro che questo ventenne Re Mida della musica è in grado di trasformare in oro tutto ciò che tocca, baciato dalla Grazia di scavare in profondità gli abissi dell’anima restando però sempre leggero e galante: l’alternarsi dei cieli sarà regolato da quello delle tonalità, un terso re maggiore all’inizio, un radioso si bemolle maggiore allo Zenit e un corrusco sol minore per concludere giocando continuamente con la “complessità” delle trame musicali che diventano inevitabilmente degli stati d’animo che si rincorreranno senza pause. Nessun territorio interiore resterà inesplorato, l’intera gamma di ciò che ci rende umani verrà sondata con una leggiadria che intendere non può chi non la prova: scopriremo allora che finanche al vuoto più struggente può far da contraltare il pacificato sarcasmo di chi è entrato a fondo in se stesso, imparando a guardarsi da lontano.
Ma il miracolo dell’arte, della musica (e di quella di Mozart in particolare) è che, pur avendoci fatto sperimentare che sono di cristallo, ci indurranno ad avere ancora voglia di autentiche emozioni.

Giovanni Oliva